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José Saramago, "L'ultimo quaderno" (repost)

Posted By: TimMa
José Saramago, "L'ultimo quaderno" (repost)

José Saramago, "L'ultimo quaderno"
Feltrinelli | 2015 | ISBN: 880717197X | French | EPUB/AZW3/MOBI | 146 pages | 0.3/0.3/0.3 MB

“Viviamo in un mondo che sta andando di male in peggio e che umanamente non serve”.
Sempre attento alle novità e interessato al confronto e al dialogo con il suo pubblico, Saramago non si è fatto cogliere impreparato dall’avvento del digitale, e a quasi novant’anni ha aperto un blog su cui scriveva di tutto. Si spazia dalle riflessioni sul futuro del pianeta ai propositi per il nuovo millennio, da temi “globali” come la questione degli indios al panico da pandemia per la cosiddetta influenza “suina”, dal Chiapas a Israele, dal razzismo nella Francia di Sarkozy alla tragedia dell’Aquila, dai centri commerciali quali nuove cattedrali del consumismo al laicismo come unica arma nei confronti delle ingerenze della chiesa cattolica nel nostro vivere quotidiano. Tratta di ciò che lo indigna, ma anche di ciò che ama e rispetta. Parla di poesia, di libri, di arti, di valori, e lascia spazio anche a ricordi e riflessioni più personali.
Non può mancare poi Berlusconi, una questione che viene affrontata come una vera deriva sociale e politica del nostro paese. Saramago esalta le nostre grandezze passate, il genio italico, l’arte, la Storia per poi, riprendendo Cicerone, mettere il primo ministro italiano nei panni di Catilina, chiosando: “Fino a quando, o Berlusconi, abuserai della nostra pazienza?”.
Questo è l’ultimo quaderno che Saramago ha potuto scrivere prima di morire, e lasciare così un vuoto incolmabile nel panorama culturale europeo e mondiale.


L'autore
José Saramago, (1922 - 2010) è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta e critico letterario portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998.
Costretto a interrompere gli studi per le difficoltà economiche della famiglia, fece varie esperienze di lavoro prima di approdare al giornalismo. Negli anni bui della dittatura di Salazar Saramago subisce costantemente la censura del regime sui suoi scritti ed è tenuto sotto controllo dalla Pide, la polizia politica salazariana, a cui riesce sempre a sfuggire, anche quando – nel 1959 – si iscrive al Partito comunista portoghese, allora clandestino.
Dopo il romanzo giovanile Terra del peccato e due libri di poesia caratterizzati da una forte sensibilità ritmico-lessicale, si è rivelato acquistando fama internazionale con un'originale produzione narrativa in cui rielaborazione storica e immaginazione mistica e allegorica, realtà e finzione si mescolano in un linguaggio tendenzialmente poetico e vicino ai modi della narrazione orale. Tra le sue opere più note , solo per citarne alcune: Memoriale del convento, L'anno della morte di Ricardo Reis, Il vangelo secondo Gesù Cristo, Cecità, Tutti i nomi, L'uomo duplicato, Le intermittenze della morte, Caino.
Riconosciuto come uno degli autori più significativi del Novecento, la sua produzione spazia dalla poesia al romanzo, dal teatro (La seconda volta di Francesco d'Assisi e Nomine Dei) ai racconti storici. Intellettuale raffinato e impegnato, ha spesso fatto discutere per i suoi racconti dissacranti che colpiscono al cuore i mali della nostra società. Fissa in una frase il perché del proprio scrivere: “Le parole sono l’unica cosa immortale: quando uno è morto, ai posteri rimangono solo loro".
Nel 1998 l’Accademia di Svezia gli ha conferito il Premio Nobel per la Letteratura, premiando le sue qualità di scrittore ma anche l’uomo delle battaglie civili, con motivazione: "Con parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia José Saramago ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare".