Daša Drndić - Trieste (repost)

Scrivere è anche una questione di posta in gioco. C’è chi la alza e chi la tiene rasoterra. Parecchi scrittori italiani hanno dimenticato la prima opzione, e si accontentano. Messi di fronte a un’opera come Trieste di Daša Drndic potrebbero avere un’utilissima crisi di identità. È un libro imponente, non solo per mole: oltre quattrocento pagine, attraversate anche da fotografie, mappe, alberi genealogici, pentagrammi, tabelle ferroviarie, interminabili elenchi di nomi. L’autrice, croata, utilizza la definizione di «romanzo documentario» per questa energica e sconvolgente traversata nel male del ’900: un coro di sommersi e di salvati, le cui vicende sono ricostruite con perizia di miniaturista e insieme con respiro di scrittore epico.