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Riccardo Allorto, "Nuova storia della musica"

Posted By: TimMa
Riccardo Allorto, "Nuova storia della musica"

Riccardo Allorto, "Nuova storia della musica"
Casa Ricordi | 2005 | ISBN: 8875927847 | Italian | PDF | 509 pages | 175.7 MB

Quando fui incaricato dell’insegnamento della storia della musica in Conservatorio constatai che non esistevano libri della materia rispondenti ai programmi ministeriali.
Quei programmi erano stati formulati nel 1930 all’interno della legge di riforma dell’istruzione musicale. La materia, obbligatoria per due anni del corso medio di tutti gli insegnamenti, era ripartita in 32 argomenti o “tesi” che iniziavano dalle “origini della musica” e terminavano con “le scuole nazionali” del secondo Ottocento. All’esame conclusivo si estraevano a sorte 3 tesi (una però riguardava l’acustica” e su quelle si era interrogati. (A proposito della estrazione a sorte, preciso che tale procedimento ricorreva nelle prove d’esame di tutti gli strumenti).
Nei primi anni del dopoguerra la formulazione del disegno storico sotteso alle tesi e l’incongruità dello svolgimento dell’esame erano molto criticate; ciononostante il programma e la modalità dell’esame, essendo prescritti per legge, erano rigorosamente osservati.
L’assenza di sussidi librari idonei mi indusse a scrivere una Storia della musica nella quale l’architettura della materia fosse sviluppata in 32 capitoli che portavano i titoli delle 32 tesi ministeriali. Pubblicata da Ricordi essa fu accolta con favore.
Intanto nella vita musicale si avvertiva un accelerato sviluppo culturale e musicale che riguardò in parte anche l’insegnamento conservatoria. Alla crescita numerica delle attività liriche e concertistiche si aggiungeva la diffusione della musica indotta dai dischi e dalla radio. In poco tempo essi erano entrati nelle case e nelle famiglie portandovi, con la musica operistica e strumentale e con la leggera, continue occasioni di ascolto.
Frattanto osservavo che all’interno dei Conservatori il livello qualitativo della scolarità si era alzato. A ciò aveva contribuito la immissione obbligatoria (1963) della Scuola media annessa ai Conservatori; più avanti anche degli sperimentali Licei musicali. Ma era cresciuto anche il numero degli allievi che contemporaneamente frequentavano una scuola secondaria superiore o l’università.
Nel 1978 le norme del 1930 sui programmi erano praticamente finite nel dimenticatoio. Allora preparai una edizione, rinnovata e ampliata, della mia Storia della musica. Essa si rivolgeva sia agli alunni che frequentavano i Conservatori e gli Istituti musicali pareggiati e non, ma anche alle persone di diverse età che intendessero integrare la loro formazione con una conoscenza dei fatti musicali, i quali sono stati e sono una parte non secondaria della nostra civiltà.
La materia trattata nella presente opera possiede una forte unità, sviluppata nel tempo e nello spazio: a tal punto che il titolo Storia della musica potrebbe benissimo essere sostituito da quello, ugualmente pertinente ma più circostanziato, di La musica dell’Europa occidentale dal primo al ventesimo secolo. Sono proprio i richiami ai contesti storici e culturali che rafforzano l’unità.
Ai 32 capitoli della Storia della musica ho fatto seguire una Appendice di tre capitoli su argomenti che oggi rivestono un interesse particolare: i mezzi di comunicazione sociale; lo spazio che nei programmi delle esecuzioni occupa la musica dei secoli passati; alcuni tipi di canti molto diffusi nei secoli XIX e XX.
Voglio concludere con una osservazione che mi sembra importante. In un passato non molto lontano il termine “storia della musica” si riferiva quasi solo ai libri. Oggi, grazie soprattutto ai dischi e alla radio, è possibile avvicinare le creazioni musicali, oltre che con le parole scritte, anche con le realtà sonore che stanno dietro ad esse. Molte tra le musiche dei secoli passati delle quali è scritto in quest’opera si possono ascoltare, spesso scegliendo tra differenti registrazioni.