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Luigi Morelli – Fenomenologia del Programmatore

Posted By: SSCN1926
Luigi Morelli – Fenomenologia del Programmatore

Luigi Morelli – Fenomenologia del Programmatore
Italian | Infomedia | 2013 | EPUB | Pages 166 | ASIN: B00ECFF96O | 1.78 Mb


Il programmatore non valuta le proprie azioni nel tempo, le considera come un caos quantistico dal quale nascerà la propria opera, poco importa se verrà utilizzata una data metodologia, o se punti e virgole verranno aggiunti in un secondo tempo come insegna Pulcinella. Il programmatore non stabilisce mai rapporti tra causa ed effetto, dal momento che il proprio guscio di realtà, reale ma anche virtuale, è definito, è definitivo, è aprioristico, è apodittico e assiomatico. Indiscutibile.

Quindi, il programmatore non esiste!

Ma se il programmatore non esiste da dove provengono tutti i software piratati? A cosa mai corrispondono quei torrenti di bit che apparentemente rappresentano programmi logici? Chi ha fatto le App del tuo telefonino?

Luigi Morelli con buona dose di umorismo e spirito d’osservazione realizza uno studio originale e attuale. Gli scaffali pullulano di pubblicazioni sulle Comunità Internet, le barzellette sul Web e così via: ecco qualcuno che ha considerato la figura cardine sulla quale la rivoluzione di Internet si basa: il programmatore.

Mago del computer, alienato, cinico, profittatore, straccione maleodorante, quel programmatore che una volta costituiva una casta onorata appare oggi bistrattato, sfruttato e spinto sempre verso un’esistenza borderline. Ma chi o cosa è realmente il programmatore, da cosa lo si riconosce, qual è il suo comportamento, e in che tipo di ambiente è costretto a vivere?

In Fenomenologia del programmatore si dà una risposta a queste ed a numerose altre domande, presentando il settore dell’Information Technology visto dall’interno e si spiegheranno le ragioni per le quali il comportamento del programmatore è così particolare.

Dalla prefazione alla seconda edizione:

Nel ripubblicare questo testo per i nuovi media ci siamo resi conto di quanta freschezza ancora c’è in questo volume che purtroppo la limitata distribuzione libraria della scorsa edizione ha penalizzato.

Nel panorama italiano in cui sembra non esserci via di mezzo tra pubblicazioni accademiche o continui passo-passo per eterni principianti, l’esposizione di questo libro è un a-sé-stante unico.

Luigi parla di quel professionismo informatico intriso di entusiasmo: quel tanto che c’è, c’è stato, si è perduto o rimane in una Italia in cui la crisi, prima che economica, è culturale.

Crollata l’eccellenza tecnologica italiana mentre le braccia rubate all’informatica italica si stanno organizzando ovunque altrove cosa rimane del professionismo informatico soffocato da una classe dirigente tanto malaccorta?

Noi, programmatori italiani della prima leva abbiamo vissuto gli entusiasmi e le depressioni di questo mercato nostrano. Crediamo ancora che esista una qualcosa come il programmatore di cui poter studiare le fenomenologia?

Non lo sappiamo, in realtà. La nostra fenomenologia è nata sull’onda di un adolescenziale invaghimento di ciò che era strano e per ciò stesso buono. La nostra intima natura ci portava ad applicarci al campo tanto più fosse ostico e incomprensibile per il semplice piacere di rompere il codice.

Non eravamo i bambini che facevano domande. Eravamo quelli che davano risposte a domande che nessuno ci avrebbe mai fatto. Un po’ scemi insomma e alla soglia dell’autismo forse.

Difficile farlo capire a quelli che ci consideravano ‘alienati’ ma programmare per molti di noi è stato conquistare uno spazio per comunicare soprattutto per rivendicarlo agli altri, a tutti. Sapevamo di essere tutti parte di una comunità che ha costruito un proprio modo di essere, di divertirsi e di esprimersi: una cultura.

È di questa cultura che parla Luigi. Se sei un programmatore e queste cose le hai sempre sentite dentro è venuto il momento di riconoscerle leggendo questo libro. E se invece non lo sei ma vuoi veramente conoscerli questi alieni che ormai finiscono quotidianamente sulle pagine delle riviste patinate, sono ricchi e famosi come delle rockstar, non hai che da leggerla q