Liala - Signorsì

È il primo romanzo di Liala, scritto per superare il dolore della morte del marchese Vittorio Centurione Scotto, inabissatosi con il suo aereo nel lago di Varese. Due marinai, due grandi amici, con il sogno, realizzatosi, di cambiare la loro vita per guardare il mare dall’alto: diventare ufficiali, piloti di idrovolanti. La vita di Furio di Villafranca e dell’amico Mino Sant’Elmo si divide tra impegno aviatorio e amori facili, donne e voli, fin quando la vita di Furio sarà completamente rivoluzionata dall’incontro con Renata. L’esistenza di Renata si svolge nella casa della zia, Zianna, zitella rigida ma molto affettuosa che l’ha accolta molti anni prima. Unica passione: un’arpa, che l’aiuta a superare i momenti tristi, perché solo suonando questo dolce strumento riesce a rendere sopportabili i dolorosi ricordi che ogni tanto tornano nella sua mente: sua madre, civetta traditrice, uccisa dal marito che subito dopo si toglie la vita. È da questo che vuole scappare Renata, è questo che la tormenta e l’addolora, che condiziona la sua vita di donna, che le fa vedere in ogni uomo l’insidia, nella sua stessa bellezza il pericolo. Fino a quando incontrerà Furio, visto per la prima volta con il suo aereo mentre compie mille acrobazie sulla sua casa. Quando lui ammara in un laghetto vicino al loro giardino, Renata si trova per la prima volta davanti a un uomo. Ed è cosi che, lentamente e timidamente, sboccia il loro amore. Per Beba (così il marito chiama Renata) , Furio rappresenta il primo amore, il primo che la stringerà tra le braccia e la farà diventare donna; per Furio Renata rappresenta la prima donna di cui si innamora veramente, la donna da rispettare e onorare per tutta la vita. Ma per Furio giunge l’ossessione. La bellezza sconvolgente di Beba lo rende pazzo di gelosia: vede un’insidia in ogni uomo, una seduzione in ogni vestito che scopra anche solo una spalla, un tradimento in ogni sguardo gentile. Incapace di resistere al bisogno di possesso, arriva a farle del male, accecato dal sospetto. Ma Renata accetta tutto, tutto perdona per amore di Furio e per il terrore di somigliare alla madre, accettando l’amore malsano del marito come un dono immeritato da preservare ad ogni costo. Il precipitare veloce degli eventi non farà che convincerla di non poter sfuggire a quello che crede essere causa del proprio destino: avere lo stesso sangue della madre ed essere come lei.